L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) oggi ha inserito l’arte marziale cinese del Tai Chi Chuan (o Taijiquan) nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

La decisione è stata annunciata durante la riunione online del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, tenutasi dal 14 al 19 dicembre 2020 a Kingston, capitale della Giamaica.

Il Tai Chi Chuan è un tipo di arte marziale tradizionale caratterizzata da movimenti rilassati e circolari che lavorano in concerto con la regolazione del respiro e la ricerca di una mente virtuosa ed equilibrata. Originario della metà del XVII secolo nella contea di Wenxian della provincia di Henan, nella Cina centrale, quest’arte è ora praticata in tutto il mondo da persone di ogni età e da diversi gruppi etnici.

I movimenti di base del Tai Chi Chuan si basano su wubu (cinque passi) e bafa (otto energie) con una serie di forme, esercizi e tuishou (esercizi di spinta a mani nude eseguite con una controparte). Influenzato dal Taoismo, dal pensiero confuciano e dalle teorie della medicina tradizionale cinese, quest’arte si è sviluppata in diverse scuole (o stili) che hanno preso il nome di un clan o di un maestro.

Lo stile viene tramandato all’interno dello stesso gruppo o attraverso il modello maestro/allievo, quest’ultimo rapporto si instaura attraverso la tradizionale cerimonia del baishi. Il Tai Chi Chuan è stato inserito anche nel sistema educativo ufficiale. L’arte si basa sul ciclo yin e yang e sul presupposto culturale dell’unità di cielo e umanità. È stata diffusa attraverso leggende, proverbi e rituali, tra gli altri veicoli di espressione.

La sua salvaguardia ne accrescerebbe la visibilità e faciliterebbe il dialogo sui diversi modi in cui il Tai Chi Chuan è praticato dalle diverse comunità.” (UNESCO)

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